La consapevolezza di genere nella costruzione dell’identità

a cura di Tifany Bernuzzi

 

 

Uomini e donne sono diversi, di una differenza che è apparsa irriducibile fin dagli albori dell’umanità pensante, che nomina e classifica. Queste differenze, sia anatomiche sia fisiologiche, erano e sono direttamente percepite dai sensi.

Sono, queste, differenze irriducibili e semplici, che ci servono a pensare, poiché stanno all’origine di un sistema di classificazione primordiale concomitante all’osservazione, in quanto oppone l’identico al diverso, lo stesso all’altro. In questo senso la differenza è un effetto della natura. È la diseguaglianza, derivante da queste osservazioni, che no lo è. È stata costruita attraverso la simbolizzazione, fin dall’origine della specie umana, a partire dall’osservazione e dall’interpretazione dei fatti biologici rilevanti e proprio tale simbolizzazione sta alla base dell’ordine sociale e degli schemi mentali di differenziazione che sono tuttora presenti, anche nelle società occidentali più sviluppate.

Sulla base di ciò ogni società in ogni epoca ha attribuito differenti caratteristiche all’essere umano maschile e femminile alle quali uomini e donne, bambini e bambine hanno dovuto adeguarsi. In ogni luogo e tempo la realtà è stata divisa in due grandi categorie: ciò che si può ricondurre al femminile e ciò che si può ricondurre al maschile. Non solo abiti, atteggiamenti o professioni sono stati classificati di volta in volta come adatti alle donne o agli uomini ma anche i colori, il linguaggio o la natura sono stati divisi tra maschili e femminili.

Si tratta allora di restituire al principio che fonda la differenza tra maschile e femminile il suo carattere arbitrario, contingente, ma anche, contemporaneamente, la sua necessità sociologica.

La diversità delle società studiate dagli antropologi permette quindi di attestare l’onnipresenza della categoria dei sessi come dimensione che organizza le istituzioni sociali ma di mettere anche in evidenza l’estrema variabilità, da una società all’altra, del contenuto delle caratteristiche sociali e psicologiche assegnate all’uno o all’altro sesso.

Cosa significa quindi essere maschi ed essere femmine? Quale uomo e quale donna posso essere?

 

Attraverso l’utilizzo di materiale fotografico e lettura di testi si proporranno immagini culturali forti della mascolinità e della femminilità in diverse società in modo da sviluppare un visione più ampia di queste caratteristiche e di come le medesime caratteristiche siano state attribuite ora all’uno ora all’altro sesso, in modo da poter cogliere in maniera chiara la soggettività propria della definizione “genere” e quindi la possibilità di scelta e di cambiamento per ogni individuo che tale arbitrarietà implica.

 

 

L’unità didattica prevede due incontri di due ore ciascuno ed è rivolta agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

 

 

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