Idee, percorsi, interpretazioni di un luogo di memoria dell’Oltretorrente

a cura di Carlotta Taddei

 

 

Quando Nanni Balestrini nel suo radiodramma Parma 1922 mette in scena Guido Picelli con i suoi compagni all’osteria ci lascia riconoscere lo sfondo della “corte Picelli”, uno dei grandi cortili di mattoni che si affacciano su vicolo Santa Maria. Vero o verosimile, il contesto è storicamente evocativo, poiché questa parte dell’Ospedale Vecchio, fra muri settecenteschi e frammenti quattrocenteschi, ha fatto da scenario a tanti eventi della storia antica e recente della nostra città.

Nel 1201, quando il cavaliere teutonico Rodolfo Tanzi lasciò la prima donazione per costruire un ospizio per pellegrini, l’Oltretorrente non era ancora parte della città: intorno al primo nucleo costruito si assommarono gli ampliamenti edilizi e crebbe un quartiere poi incluso da una nuova cinta di mura. Pellegrini, malati, bambini esposti, in seguito anche malati di mente, trovarono spazio in questo grande contenitore multifunzione, dotato di campi, appezzamenti coltivabili, canali e mulini, chiese e un suo cimitero. Un grande isolato produttivo e assistenziale, un luogo di intensa spiritualità, solidarietà e costruzione dell’identità della nostra città. Sotto ai suoi portici, per secoli, sono stati abbandonati i bambini che venivano “esposti” nella ruota che ancora oggi si vede su via D’Azeglio.

In un primo incontro in classe seguiremo lo sviluppo architettonico dell’ospedale, dalle sue fondazioni duecentesche ancora riconoscibili nelle gallerie seminterrate, all’elegante crociera cinquecentesca, un raro esempio di architettura ospedaliera lombarda, decorata dai grandi scultori e pittori del XVI secolo; nella crociera trovavano posto i letti dei malati. Leggeremo le storie di vita all’interno dell’ospedale, i messaggi lasciati dai genitori tra le fasce dei bambini “esposti”. Cercheremo di capire alcuni aspetti della malattia e della cultura medica fra età medievale e moderna. 

Questo luogo così ricco, di architettura e di umanità, crebbe nel tempo e si espanse padiglione dopo padiglione ma anche “memoria su memoria”: e proprio questa sua funzione di luogo della memoria divenne esplicita quando nel XX secolo, dopo la costruzione del nuovo ospedale maggiore, l’ospedale “vecchio” fu destinato ad altre funzioni, accogliendo nei suoi tanti spazi gli archivi di stato e comunale, cioè i principali luoghi di raccolta e conservazione della memoria dell’intera città. E a questo punto la grande crociera divenne monumentale deposito di documenti.

Ma gli spazi e le funzioni dell’ospedale vecchio rimangono vivi nel tempo, sempre aperti all’uso comune e all’intera città: le case popolari, le tipiche osterie dell’Oltretorrente, e poi ancora le biblioteche, videoteche, spazi attivi e condivisi.

Oggi l’Ospedale Vecchio è quasi completamente vuoto, la crociera è deserta ed il dibattito è più che mai urgente, conteso fra le necessità di utilizzo e valorizzazione e quelle della conservazione e della tutela.

Nel secondo incontro visiteremo l’ospedale vecchio, scoprendone le dimensioni e la sua ricchissima stratigrafia; cercheremo di riscoprirne le antiche funzioni nascoste dietro a quelle odierne e familiari e ci stupiremo nel ritrovare gli spazi della scuderia nel cortile della nostra biblioteca. Cercheremo di capire il senso del luogo che ha marcato la storia e lo sfondo architettonico dell’Oltretorrente e della città, per essere consapevoli della sua importanza e del valore delle scelte progettuali sul territorio, che è sempre spazio di vita comune.

 

 

Laboratorio proposto a tutte le classi delle scuole secondarie di primo e di secondo grado. 

 

 

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