Crisi e liberazione del soggetto nelle teorie politiche prima e dopo il sessantotto

Seminario di studi

10, 24, 31 marzo 2007

10 marzo 2007
Dall’uomo a una dimensione alla morte dell’uomo.

Coordina
Pietro Bottazzi

  • La filosofia francese contemporanea dalla “morte dell’uomo” alla riscoperta della soggettività: note critico-storiche
    Manlio Iofrida 
    (Università di Bologna)
  • Teoria francofortese e Sessantotto: un rapporto complicato
    Stefano Petrucciani 
    (Università di Roma 1)
  • Operai e capitale di Mario Tronti e l’operaismo italiano. La parzialità del soggetto e le metamorfosi dell’universalismo
    Sandro Mezzadra 
    (Università di Bologna)

 

24 marzo 2007
Modi della liberazione. Personale, sociale, politico.

Coordina
Sabrina Michelotti

  • Nonostante il Sessantotto. Differenza sessuale, soggettività, politica: la asimmetria della rivoluzione femminista
    Ida Dominijanni
    (Università di Roma 3, editorialista de Il Manifesto)
  • Anticipazioni del globale: soggettività dopo il Sessantotto mondiale
    Brett Neilson
    (University of Sydney)

31 marzo 2007
Oltre il mito, oltre lo spettro.
Pensare il Sessantotto.

Coordina
Diego Melegari

  • Continuità di un decennio
    Augusto Illuminati
    (Università di Urbino)
  • L’enigma dialettico del Sessantotto quarant’anni dopo
    Costanzo Preve
    (Filosofo e saggista)

10, 24, 31 marzo 2007, ore 15.00
Auditorium Banca Monte, Palazzo Sanvitale
via Bruno Longhi, 9 – Parma

Gli anni Sessanta e Settanta in Italia furono, dal punto di vista culturale e teorico, anni di grande ricchezza e densi di novità. I dibattiti in vario modo legati alla “contestazione” politica e sociale misero in contatto il paese con istanze critiche maturate nel resto d’Europa, in particolare in Germania e Francia. La «scossa sismica», per usare le parole di Edgar Morin in Pensare l’Europa, che percorse allora il “vecchio continente” coincise da un lato con la riapertura di un grande spazio di traduzione culturale e dall’altro con un generale sforzo di rinnovamento della cultura critica. Dal dibattito aperto con la destalinizzazione in seno al marxismo alla sua crisi radicale, dalla contaminazione della “teoria critica” con la sociologia e la psicoanalisi alla messa in discussione teorica di ambiti e discorsi fino ad allora considerati come neutrali rispetto alla sfera politica (la scienza, la definizione di follia o di malattia, la sessualità), dalle teorizzazioni sul “politico” e sulla sua “autonomia” all’irruzione dell’idea femminista che “il personale è politico”, gli anni Sessanta e Settanta si caratterizzano come una soglia fondamentale nel dialogo interdisciplinare e nella riformulazione delle culture e degli spazi politici.


In collaborazione con

Provincia di Parma