Giovani e musica verso il ’68

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a cura di Margherita Becchetti o Michela Cerocchi
 
 
Negli anni successivi alla grande trasformazione italiana, quella del “miracolo economico”, il mondo giovanile irruppe prepotentemente sulla scena esprimendo un’autonomia culturale, sociale e politica ben maggiore di quella delle epoche precedenti. I giovani maturarono una percezione assolutamente nuova di se stessi e del proprio ruolo nella società e si fecero interpreti di controculture e antagonismi sociali, affermando esigenze di protagonismo nei più diversi campi, dallo stile di vita alla musica, dal modo di vestire ai comportamenti, dai rapporti personali al rapporto con la politica. Tutto ciò finì presto per innescare un generale processo di politicizzazione che approdò, verso la fine degli anni sessanta, alla contestazione studentesca e alle lotte di fabbrica. In questo lungo e articolato processo la canzone fu espressione dell’immaginario giovanile, dei suoi riferimenti culturali e ideologici, del rifiuto di valori ricevuti in eredità dagli adulti.
Il juke box, insieme ai nuovi balli, come lo shake o il rock, i nuovi gusti musicali o i nuovi cantanti che stravolgevano in forme, suoni e parole le melodie tradizionali, divenne presto il simbolo di questa nuova identità, di quel sentire comune che omologava i giovani nel modo di vestire e di trascorrere il tempo libero.L’unità didattica si propone di far luce sui processi di trasformazione che attraversarono la società italiana e, in particolar modo l’universo giovanile, negli anni sessanta, utilizzando canzoni, immagini e audiovisivi come lenti attraverso cui guardare agli eventi, nella loro valenza di fonte storica. Il panorama musicale, attraverso l’ascolto e l’analisi dei testi, sarà esplorato nei suoi diversi generi: dal canzonettismo di Sanremo alla musica beat, dai classici del rock alla produzione popolare.

 
 

Il percorso prevede due incontri di due ore ciascuno ed è rivolto a tutte le classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

 

 

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