Berlino: una città tra due mondi (1949-1989)

A

a cura di Ilaria La Fata o Susanna Preo

 

 

Il crollo del Muro di Berlino (1989), con tutto il suo straordinario significato storico e simbolico fu in realtà preparato da una serie di trasformazioni di natura economica, sociale e culturale che, originati a partire dagli anni Settanta, trovarono effettiva e completa realizzazione nel periodo postcomunista. Il periodo storico e i temi si collocano dunque tra l’affermazione del nuovo paradigma tecnologico dovuto all’invenzione dei personal computer (1975-77) da parte dei giovani della Silicon Valley (i fondatori di Apple, Steve Jobs e Steve Wozniak, e il creatore di Microsoft, Bill Gates) e gli equilibri instabili della politica internazionale dopo la fine della Guerra fredda (l’apparizione di nuovi soggetti geopolitici come Russia, Cina, India e le difficoltà della leadership americana agli inizi del XXI secolo). All’interno di questo quadro cronologico-tematico, oltre che su una ricostruzione delle difficili condizioni dell’Urss – tanto dal punto di vista economico-produttivo quanto politico-militare nel periodo che va dagli anni postbrezneviani (1982-1985) alla stagione riformistica di Gorbacev (1985-1991) – l’unità didattica verterà sull’analisi di alcuni argomenti chiave per comprendere gli strumenti con cui il modello della democrazia occidentale ha avuto la meglio sul comunismo sovietico, come:

– genesi, peculiarità e impatto socio-politico della nuova era linguistica affermatasi grazie all’informatica (motore della Terza Rivoluzione Industriale) e alla diffusione di massa di radio e televisione;

– storia e sviluppo della superideologia dell’intrattenimento televisivo, in cui viene gradualmente eroso il necessario distacco tra fruitore e oggetto estetico e vengono cancellati i valori culturali caratteristici della “mente tipografica” tradizionale (distacco, obiettività e tolleranza) in favore dell’affermazione di controvalori improntati all’immediatezza degli impulsi, al piacere incontrollato, alla consumazione frenetica, all’irriflessione e alla mutabilità;

– storia e attualizzazione delle teorie monetariste e delle politiche economiche apprestate negli anni Ottanta sul modello Reagan-Thatcher, capaci di favorire una crescente autonomizzazione del mondo finanziario rispetto allo stato (e alla sua funzione di controllo) e alla dinamica dell’economia reale e di generare, da un lato, una crescita straordinaria degli scambi commerciali, l’integrazione/globalizzazione dell’economia e l’affermazione di un mercato unico del denaro, ma, dall’altro, di produrre frequenti situazioni d’instabilità in intere regioni geopolitiche (anni Novanta);

– caratteristiche dell’organizzazione e geografia del processo produttivo che, a partire dagli anni Ottanta, hanno trasformato radicalmente la fisionomia del mondo del lavoro. Postfordismo e deindustrializzazione, toyotismo e just-in-time come fattori di flessibilizzazione del lavoro e di aumento della disoccupazione, nonché di trasformazione della struttura sociale ed economica dei paesi a economia avanzata.

I laboratori si basano sull’analisi e il commento in classe di fonti audiovisive e di immagini.

 

I due incontri, della durata di due ore ciascuno, sono rivolti a tutte le classi delle scuole secondarie di secondo grado.