Di che cosa si parla e di che cosa si tace quando si parla di crisi

 

Giovedì 3 Novembre 2011 – Ore 9.00 – 19.00

Università di Bologna, Aula “Giorgio Prodi”

Piazza San Giovanni in Monte 2 – Bologna

 

 

Dichiarata con gran clamore una delle più grandi della storia del capitalismo, la crisi economico-finanziaria scoppiata nel 2008 è parsa subito difficilmente rientrabile. Un vasto dibattito si è aperto sia sul suo significato epocale, sia sui cambiamenti, anche positivi, che essa avrebbe dovuto comportare. Ciò è avvenuto non solo e non tanto a livello economico, ma anche etico, sociale, politico e persino epistemologico, dunque filosofico. Si sono chiamate in causa le nozioni di sviluppo e di crescita, le configurazioni del sapere, le forme antropologiche e le istituzioni sociali contemporanee, le stesse relazioni tra economia e vita, ma ovunque e comunque si è affacciata l’esigenza di un “ritorno alla politica”. Così è parso riscoprirsi che l’economia non si è mai bastata, che essa è sempre stata “economia politica”.

Ma di che politica si parla quando si parla di questo “ritorno”? Per un momento è sembrato, ancora una volta, il “modello tedesco”, con tutte le valenze teoriche che esso comporta, a far sperare per la sua ripresa considerevole. Ma da subito questa “speranza” si è trovata a convivere con lo sprofondare nell’indebitamento di diversi altri paesi della stessa area monetaria e con il ritorno del nesso crisi-guerra, non alla chiusura del ciclo economico, ma ad esso del tutto consustanziale.

È possibile trarre un qualche bilancio su queste questioni dal dibattito nelle diverse discipline? Oppure esso si è semplicemente disperso e rivolto altrove, dando ormai per scontate le conseguenze della crisi, assunta come un male incurabile con cui si è costretti a convivere?

 

L’incontro sarà strutturato come un confronto su alcune domande chiave tra studiosi di diversa formazione disciplinare e impostazione politica. La prima parte del convegno sarà dedicata ad un’indagine sull’operatività del concetto di “crisi” rispetto alle trasformazioni economico-sociali contemporanee e sul suo significato nel dibattito economico, antropologico e filosofico attuale; la seconda parte si concentrerà sulle forme di soggettività e di pratica politica che il dibattito sulla crisi economica degli ultimi anni non ha cessato di evocare, senza riuscirne a definire le progettualità e le forme organizzative.

 

 

Mattino – ore 9

COSA SIGNIFICA “CRISI”?

 

Introduce e coordina Diego Melegari (assegnista di ricerca, Università di Bologna)

Massimo Amato (docente di Storia economica, Università Bocconi, Milano)

Adelino Zanini (docente di Storia del pensiero economico, Università Politecnica delle Marche)

Manlio Iofrida (docente di Filosofia della storia, Università di Bologna)

Alessandro Colombo (docente di Relazioni internazionali, Università di Milano)

 

Pomeriggio – ore 15.00

SOGGETTI NELLA CRISI

 

Introduce e coordina Ignazio Masulli (docente di Storia del lavoro, Università di Bologna)

Alberto Burgio (docente di Storia della filosofia, Università di Bologna)

Stefano Lucarelli (ricercatore di Economia politica, Università di Bergamo)

Francesco Garibaldo (Istituto ricerche economiche e sociali)

Geminello Preterossi (docente di Filosofia del diritto, Università di Salerno)

Riccardo Bellofiore (docente di Economia politica, Università di Bergamo)

 

Il progetto rientra nell’ambito della ricerca “La storia del concetto di crisi dagli anni Settanta ad oggi: problematiche, discorsi, soggetti” (Dipartimento di Discipline storiche, antropologiche e geografiche Università di Bologna).

 

  

In collaborazione con

Dipartimento di discipline storiche, antropologiche e geografiche dell’Università di Bologna