La rivoluzione dei giovani italiani

a cura di Marco Adorni

 

 

Come per i rivoluzionari francesi che posero definitivamente fine all’Ancien Régime, anche la classe dirigente liberale fautrice del Risorgimento trovò nelle giovani generazioni la forza che gli era necessaria per imprimere in modo irreversibile un cambiamento radicale alla realtà sociale e politica della Restaurazione.

Non è per caso che fosse soprattutto riferita ai giovani e al loro universo valoriale l’«arte per il popolo», un metagenere che, informando di sé la letteratura, il melodramma, la poesia, la musica e l’arte figurativa, provvide alla costruzione di un coerente sistema narrativo della nazione, capace di attirarli in quell’inedito e vorticoso «centro dove nasce il nuovo». La stessa teoria politica fu pregna di un’esaltazione spesso mistico-irrazionale della forza palingenetica intrinseca alla giovinezza. Fior di intellettuali si cimentarono nel costruire teorie adatte a giustificare il sacrificio per la Patria, la nuova divinità laica, il cui culto naturalmente prevedeva eroi e martiri.

È fin troppo facile ricordare le opere di Giuseppe Mazzini, al cui interno un posto speciale era assegnato alla gioventù, come peraltro dimostrato fin troppo bene dalla scelta di denominare Giovine Italia (1831) e poi Giovine Europa (1834) le associazioni deputate a coordinare l’azione cospirativa per la liberazione dallo straniero e l’instaurazione della repubblica.

La «nazionalizzazione dei giovani» avvenne, dunque, attraverso degli agenti narrativi la cui ragione di forza era dovuta alla capacità d’instaurare legami saldi e coerenti fra le storiche attribuzioni della giovinezza – purezza, ingenuità, sfrenatezza, ardimento – e le declinazioni patriottiche e liberal-nazionali della lotta politica risorgimentale.

Il contributo effettivamente versato dai giovani nell’abbattimento della «Vecchia Europa dei re» fu notevole. Per questo motivo, l’unità didattica si propone non solo di passare in rassegna gli snodi salienti della costruzione mitografica della gioventù tanto nelle coeve opere letterarie, musicali, figurative quanto nelle fonti contemporanee – come, inter alia, la cinematografia novecentesca italiana – ma anche di ricostruire le gesta e lo sfondo ideale e politico dei giovani che concretamente “fecero” la patria.

 

Per raggiungere tali scopi, l’unità didattica avrà forma laboratoriale e prevede l’analisi e il commento delle fonti – opere pittoriche, canzoni e inni risorgimentali – aventi a oggetto il tema della gioventù e del sacrificio per la patria.

 

L’unità didattica prevede due incontri di due ore ed è rivolta a tutte le classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Su richiesta è possibile declinare il secondo incontro in visita guidata alla città risorgimentale nel centro storico di Parma.

 

 

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