Letture e immagini dall'archivio del Centro studi movimenti

Due serate per presentare il progetto di digitalizzazione (a cura della Cooperativa La Bula – Digitarlo) e di catalogazione dei documenti conservati nell’archivio del Centro studi movimenti

 

Venerdì 18 maggio 2018, ore 21.00 – Piazzale Inzani – Parma

’68 digitale ‒ Alla conquista dei diritti

Letture e immagini dall’archivio del Centro studi movimenti

Racconti di Ilaria La Fata – Letture di Agnese Scotti – Interventi musicali di Francesco Pelosi

 

Giovedì 31 giugno 2018, ore 21.00 – Piazzale Inzani – Parma

’68 digitale ‒ La protesta giovanile

Letture e immagini dall’archivio del Centro studi movimenti

Racconti di William Gambetta – Letture di Beatrice Baruffini – Interventi musicali di Francesco Pelosi

 

Nato da una collaborazione tra Cooperativa sociale La Bula e Centro studi movimenti, il progetto ’68 digitale si sta avviando verso la sua fase conclusiva e sarà presentato alla città con due iniziative pubbliche. Con il sostegno finanziario della Fondazione Cariparma e con il patrocinio del Comune di Parma, sono ora consultabili sul catalogo Opac della rete delle Biblioteche provinciali oltre 7 mila documenti del “lungo Sessantotto”. Sono stati digitalizzati oltre 600 manifesti (dalle locandine del Festival internazionale del teatro universitario alla propaganda di partiti e collettivi di studenti, lavoratori e donne, prodotti tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta) e circa 6.500 fotografie di assemblee, cortei e scioperi provenienti dall’archivio del “Quotidiano dei lavoratori” (un giornale pubblicato tra il 1974 e il 1982 vicino alla contestazione giovanile). Sono queste immagini di vario tipo che testimoniano l’intensa stagione di mobilitazione a Parma e sull’intero territorio nazionale, dal nord al sud Italia, dalle principali metropoli alle città più piccole. In oltre un anno di lavoro, questo patrimonio straordinario è stato schedato dai ricercatori del Centro studi movimenti e digitalizzato poi dai ragazzi di Digitarlo, quindi pubblicato sul Sistema Opac. Un contributo, quello della bottega digitale della bula, che ha anche un significato simbolico: sono proprio quelle persone “liberate”, sulla scia di quella stagione di contestazione, a restituire a tutta la cittadinanza la possibilità di fruire di quei documenti.

 

A cura di Centro studi movimenti, Cooperativa La Bula – Digitarlo e Archivio “Marco Pezzi” di Bologna

Con il sostegno di Fondazione Cariparma e il patrocinio di Comune di Parma